giovedì 28 gennaio 2010

I bambini e l'arte



«Ogni bambino è un'artista. Il problema è poi come rimanere un'artista quando si cresce.» Pablo Picasso


Chi mi conosce sa, che quando un tema mi è caro, ho la tendenza a sbrodolare in predicozzi/sfoghi infiniti... e pure un po' pesanti... ecco questo è uno di quelli.

Perché, soprattutto in un paese come l’Italia, ricco di storia e cultura, non si riesce a comprendere davvero il valore dell’arte?
Forse perché manca una cultura dell’arte e perché troppo spesso l’arte è un bene di cui solo pochi possono godere. Sarebbe allora necessario diffonderne la conoscenza a partire da percorsi formativi per i bambini, che ne stimolino le naturali doti creative, non condizionate dalla società, dal contesto di riferimento e soprattutto dalle aride leggi del mercato (che a volte ostenta veramente il ridicolo sostenendo a suon di quotazioni dai troppi zeri, in modo incomprensibile opere che tutto rappresentano fuorchè l’arte).
La spontaneità scevra da condizionamenti dei bambini consente loro di esprimere liberamente ciò che sentono; questo stimola così non solo la loro immaginazione e la fantasia, rendendoli interessati e curiosi, ma li aiuta a prendere coscienza di ciò che sono e che stanno diventando e gli fornisce preziosi strumenti per crearsi delle idee, per comunicare e per formare il loro modo di essere, il loro stile di vita.
Genitori e scuola sono il veicolo per trasmettere l’amore per il bello e devono agire fin da quando i bimbi sono piccolissimi, con strumenti adeguati all’età: portate un ragazzino al Louvre, senza spiegargli un tema preciso da seguire o un itinerario mirato da svilupparsi nell’arco di due ore al massimo e non vi seguirà mai più!
Se correttamente stimolati i bambini manifestano grandissimo interesse ed entusiasmo contagiante. Ogni forma di apprendimento nelle primissime fasi di vita deve essere vissuta come un gioco e questo è infatti ciò che accade nelle scuole dell’infanzia e ciò che propongono Fondazioni come Muba o Arnaldo Pomodoro con i loro progetti. E’ di questi progetti che tutti i benpensanti che hanno riempito pagine del Corriere della Sera con opinioni sull’importanza di un Manifesto della Cultura a Milano senza avviare alcuna concreta iniziativa, dovrebbero occuparsi. Eccezion fatta per Davide Rampello che in Triennale ospita da tempo iniziative di questo genere, Muba ad esempio. A livello istituzionale manca completamente questo tipo di contributo e ciò che è più grave è che spessissimo manca anche dentro casa. E allora che la si pianti di lamentarsi per le generazioni Maria De Filippi, perché finchè solo le Marie sapranno cogliere l’attenzione dei giovani, il mondo dei ragazzi sarà costellato da aspiranti tronisti!

1 commento: