giovedì 12 novembre 2009

Fabrizio De Andrè



Chi non conosce Fabrizio De Andrè, almeno per sentito dire? Non fosse altro perché dalla sua morte si sono sviluppate molte iniziative volte a ricordarlo, tutti hanno ascoltato almeno una volta canzoni come La canzone di Marinella o Bocca di Rosa. Naturalmente aver orecchiato qualche suo pezzo non significa averlo incontrato (in senso figurato s’intende) davvero. La profondità dei suoi testi e l’intensità dei suoi messaggi, lo rendono a mio parere un vero punto di riferimento, cui ispirarsi, motivo per cui termini come cantautore o musicista risultano inadeguati. Non che non sia stato anche un grande cantautore, ma la sua capacità di analisi immediata e lucida dei fatti della vita, della società, delle persone ai margini, lo hanno reso secondo me quasi più un filosofo che un musicista. Approfondire davvero il senso delle sue opere, consente infatti di comprendere un pochino meglio il senso della vita che ciascuno dovrebbe ricercare costantemente e che naturalmente non è identico per ogni individuo, riflettendo in modo più critico su tutto ciò che ci circonda e dando il giusto peso ad ogni cosa. Chi pensa che fosse semplicemente un anarchico o chi si è fermato solo ad una conoscenza superficiale, non ha capito il suo valore; il solo intuirlo dovrebbe spingere in modo naturale ed inevitabile ad approfondirne la conoscenza e anzi direi proprio a studiarlo.



Difficile consigliare un album in particolare vista la ricchezza e la ricercatezza letteraria di ogni sua opera. Ammetto di essermi avvicinata a De Andrè inizialmente solo perché stimolata in modo superficiale dal desiderio di dimostrare di conoscerlo più che per il reale interesse. Sono entrata in un negozio di musica e ho comprato il mio primo cd “In concerto Volume II”. E’ stata subito magia pura. Ne sono rimasta folgorata e ho sentito il bisogno irrefrenabile di leggere libri e sentire testi che fin dagli inizi hanno avuto e continuano ad avere un potere terapeutico su di me. Un potere calmante e riorganizzatore, che mi infonde coraggio e lucidità nei momenti in cui la materialità del quotidiano rischia di prendere il sopravvento. Mi ricordano lo stile di vita che desidero perseguire, mi danno sicurezza, quella sicurezza la cui mancanza spesso in passato mi ha portato a preoccuparmi più di ciò che gli altri si aspettavano da me, che di quello che io sentivo e desideravo veramente. Ho fatto miei il principio del vivere controcorrente, del non aver paura di esprimere le mie idee, anche se diverse, perché il diverso è ricchezza e va rispettato ed ascoltato. Chi non è in grado di farlo va compatito ed aiutato ad uscire dal torpore dell’ignoranza.
Qualunque parola tuttavia è riduttiva, occorre ascoltarlo e lasciarsi condurre dai suoi mille stimoli!!!

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